Lavorare da ‘freelancer’

Basta soltanto tradurre letteralmente dall’inglese questo termine (lanciatore libero o anche lancia indipendente), per avere già un’idea del tipo di profilo professionale che si vuole definire; in pratica il freelancer è un libero professionista che attua come tale per conto di società o imprese, ma che non ha alcun tipo di rapporto di dipendenza con esse, un mercenario del lavoro, per dirla proprio in parole povere.

Fu il baronetto scozzese Sir Walter Scott ad usare per la prima volta questa espressione, e lo fece nel suo romanzo storico Ivanhoe, scritto nel 1819 ed ambientato nel Regno Unito di fine secolo XII, per descrivere un soldato mercenario; intorno al 1860 la parola diventò un vocabolo a tutti gli effetti, poi nel 1903 l’Oxford English Dictionary ha riconosciuto ufficialmente e definitivamente il termine. Sono vari i settori nei quali viene utilizzata questa figura professionale, da quello medico a quello legale, dal giornalismo al marketing aziendale.

’Freelancer’, libero professionista, dipendente ‘flessibile’, che differenza c’è?

In effetti il freelancernon è né un libero professionista che ha il suo bel portafoglio clienti e lavora in proprio (avvocato, commercialista), né un dipendente che lavora magari da casa con orario cosiddetto flessibile, diciamo che è una sorta di ‘mix’ tra queste due figure. Infatti, il soggetto in questione in questo caso non ha clienti diretti, ma può gestire un portafoglio per conto di una determinata azienda o società che gli commissiona un lavoro.

Le principali caratteristiche che contraddistinguono questo tipo di figura professionale, rendendola oggi una delle più ricercate ed ambite da un numero sempre crescente di persone, sono senza dubbio quella certa libertà e la mancanza di orari fissi che sono invece simbolo del lavoro da dipendente. Esiste un committente che incarica il freelancer di eseguire una determinata attività lavorativa per suo conto, stabilendo a priori il compenso e le tempistiche per eseguire il lavoro; sarà poi lo stesso freelancer ad organizzarsi come meglio crede, l’importante è portare a termine il compito che gli è stato assegnato.

freelancer- 2bis

Vantaggi e svantaggi di questo lavoro

Il mondo della consulenza aziendale, quello della contabilità, ed ancor più frequentemente quello del giornalismo, possono per certi versi considerarsi come i settori nei quali questo tipo di figura professionale appare più frequentemente; sono infatti tantissimi i giovani che, tanto per fare un esempio chiaro, scrivono articoli, effettuano dei piccoli reportage, o magari scattano fotografie per conto di un’agenzia di stampa, ed i vantaggi sono chiari per entrambi le parti.

L’agenzia può permettersi, grazie alla collaborazione di uno o più freelancer, di essere presente un po’ dovunque e di avere sempre notizie fresche con tanto di supporto fotografico; il freelancer da parte sua, è libero di muoversi e viaggiare, lavorare come, dove, e quando ne ha voglia, a patto che ‘consegni’ il lavoro svolto per il suo committente nei modi e nei tempi prestabiliti. C’è chi lo definisce rapporto mutuamente beneficioso, ed alla fine è proprio così, entrambi le parti hanno dei vantaggi nell’instaurare questo tipo di rapporto di lavoro, e le condizioni vengono pattuite chiaramente prima che lo stesso abbia inizio.

Consigli utili

Saranno necessari alcuni mesi prima di iniziare a vedere i risultati del proprio lavoro come freelancer, e ci sono tante ‘operazioni preparatorie’ che vanno fatte se si vuole iniziare col piede giusto; tanto per cominciare ci si può aiutare utilizzando i social network per farsi conoscere un po’, cercando di non impostare il proprio canale solo ed esclusivamente su blogs, ma arricchendolo magari anche con delle foto o dei video, raccogliendo testimonianze in giro o facendo interviste.

In secondo luogo è utile creare una landing page (letteralmente ‘pagina di atterraggio), ovvero un ‘punto di arrivo’ della ricerca che sta effettuando il lettore che lo indirizzi esattamente alla web con la quale si sta collaborando, in modo tale da condurre per mano il ‘potenziale cliente’ verso quelli che sono i propri interessi. Non è difficile, ma non è neppure una passeggiata, perché d’altra parte è una professione come tante altre e come tale va intesa, quindi più tempo ci si dedica meglio è, più ci si fa conoscere per farsi un nome, più possibilità si avranno di trovare committenti pronti a pagare per un servizio, ed alla fine è proprio questo che conta.